18 Giugno 2018

 

Non tutti riescono a descrivere un amore vero come quello di Cristina con la sua Lei! E per questo merita una citazione particolare. Grazie mille Cri, per l’articolo.

Ricerche

 

Lei mi tiene tra le braccia e mi accarezza piano la nuca e le spalle. Per me è il massimo che riesco a sopportare, in momenti come questo, subito dopo il piacere dato e ricevuto, e lei lo sa bene, altre carezze più precise sarebbero quasi dolorose e sento che si trattiene, come sempre. Io mi muovo quel tanto che basta per appoggiare meglio il capo sulla spalla di lei e respirare il meraviglioso profumo della pelle lì dove è più sottile e dove, anche in pieno inverno, dopo il piacere trovo sempre un delizioso velo di sudore da leccare.

Lei gioca con un ciuffo dei miei capelli, lo arrotola tra due dita e poi dà un lieve strattone, io alzo la testa e la guardo negli occhi. Sorride e fa cenno di sì, quindi comincio a darmi da fare con la lingua, le labbra ed i denti, piano per non lasciarle segni, e la sento tremare un po’.

 

“Stavo pensando, amore, che quest’estate potremmo anche andare qualche giorno a Londra”, mi dice a voce bassa, e siccome, colta di sorpresa, smetto di coccolarla lei mi richiama all’ordine prendendomi per la nuca. Certo, continuo, e poggio le labbra proprio sulla gola di lei, così da sentire anche le vibrazioni delle parole che mi dice. So come piace a lei e mi ci applico fino a che la stretta delle dita di lei si allenta un po’.

 

“Solo pochi giorni, però, amore”. Tutto quello che vuole, sogno anche solo un week end con lei, un giro in taxi dalla parte sbagliata della strada, una foto a Piccadilly Circus con alle spalle l’amorino mi basterebbero. Io continuo a laccare e baciare la pelle di lei ed obbedisco alla mano che mi guida, fino a trovarmi con un capezzolo in bocca, che succhio e mordicchio piano. Qui posso fare di più e con meno cautele, lei sobbalza di nuovo e comincia ad accarezzarmi lungo il filo della schiena.

“Prima la cultura, naturalmente. British Museum, Victoria and Albert Museum e se facciamo in tempo la Tate Gallery. Secondo me ci vorranno due giorni interi e scarpe comode. Più piano, amore, così mi fai male”. Giusto, più piano, ma ho la bocca piena di lei e non sempre  riesco a controllarmi: non in questo momento, almeno. Nella penombra la sento tirare un respiro più forte: allora non è vero che le facevo male. Mi sento autorizzata a continuare, passo all’altro capezzolo.

 

“Poi ovviamente un po’ di vetrine. Oxford Street e Regent Street. Vedrai, ti piaceranno. Sì, amore, continua così”. Lei mi accarezza, io bacio, lecco e mordicchio e sento che il cuore di lei batte un po’ più in fretta, il respiro diventa un po’ più affannoso.

 

“Penso che potremo anche rischiare una visitina a Fortnum & Mason, l’importante sarà trovare un albergo attorno al quale si possa uscire a correre senza finire sotto una macchina: magari dalle parti di Hyde Park. Qui puoi fare più forte, amore, mi piace”. Lei parla, io lecco, bacio e mordo il pancino di lei e penso che sarebbe bello abbracciare lei e poi sdraiarsi su uno di quegli impeccabili prati che si vedono nei film.

 

“E poi non possiamo fare a meno di passare per Savile Row, perché abbiamo davvero bisogno di un completo nuovo, tu ed io per il nostro matrimonio. Ti sei fermata, amore?”. Certo, perché mi metto a piangere improvvisamente, come ogni volta che ci penso. Di gioia, naturalmente, e lei trova, come sempre, il modo migliore per consolarmi.

E io aspetto l’invito!!! Grazie Cri, per l’articolo e spero un giorno di incontrarvi. Chissà, forse proprio a Londra questa estate.

Ciao Stelline alla prossima e grazie per aver letto l’articolo e non dimenticatevi di seguire Cristina De’’Amore se ancora non lo fate.

 

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Laura