Zero Waste – La Caraffa dell’Acqua, quale scegliere

2 Giugno 2020

Il mio primo passo verso uno stile di vita Zero Waste e Low Impact è stato di sicuro quello di ridurre l’ammontare di bottiglie di plastica che consumo giornalmente. Pensate che, fino a qualche tempo fa, io compravo le bottiglie di acqua da 2 litri ciascuna, con un consumo giornaliero di almeno una bottiglia. In altre parole, il volume del mio contenitore di prodotti da riciclare aumentava di giorno in giorno, come un fiume in piena. Per me è normale comprare l’acqua, è una cosa che in Sardegna fanno tutti. Anni fa, c’era stato uno scandalo sul fatto che l’acqua del rubinetto non fosse potabile e da allora, la mia famiglia ha cominciato a comprarla in busta e/o in bottiglia. (Ricordo ancora le buste della famosa acqua San Giorgio!). Non è più così per fortuna e adesso per quel che so io, l’acqua è potabile, ma i miei continuano a comprarla.

Proprio l’ammontare di bottiglie di acqua di plastica vuota mi ha fatto riflettere sul fatto che il mio consumo è veramente eccessivo e che da qualche parte devo ridurlo. Inoltre, udite udite, a Londra l’acqua del rubinetto è potabile.

In passato, ho sempre disdegnato la cosiddetta tap water. Appena arrivata a Londra, quando vivevo a Barons Court, trovavo l’acqua pesante e soprattutto con uno strano odore. Non vi so dire cosa sia, so solo che era sgradevole e mi rendeva difficile berla. Sarà che nel tempo mi sono abituata, o perché ho semplicemente cambiato zona, però l’odore nell’acqua non lo sento più!

LEZIONI HO IMPARATO DURANTE LA QUARANTENA

A questo punto, ho cominciato a fare delle ricerche sulla composizione e sugli inconvenienti di bere l’acqua del rubinetto nella mia zona. Tra i vari vantaggi, l’azienda che la gestisce scrive nel sito, che l’acqua ha maggiore presenza di magnesio e sali minerali rispetto all’acqua in bottiglia. Per me è stata una rivelazione, e pensate che al momento sto assumendo degli integratori di magnesio per il ricovero muscolare. Ma visto che non è tutto oro quel che luccica, ci sono anche degli svantaggi. Un esempio pratico è che possono essere la presenza di impurità e batteri che per fortuna possono essere facilmente rimossi filtrando l’acqua con la caraffa specifica. Ed ecco, rullo di tamburi, di cosa vi parlo oggi.

Come ho scelto la mia caraffa per filtrare l’acqua che sia ecosostenibile ed efficace?

Ebbene quella più popolare e comune è quella della Brita. Non solo è la prima che appare se fate una ricerca online, ma di solito è anche quella che hanno tutte le mie conoscenti e amiche. E chi è più influencers delle amiche influencers? La Brita è stata la prima caraffa che ho controllato e di cui ho fatto delle ricerche. La prima cosa che ho notato della caraffa è che è di plastica. Visto che è riutilizzabile non dovrebbe essere un problema, però io vorrei circondarmi in casa di prodotti fatti con materiali molto più naturali e sostenibili come il legno, il bambù, il vetro, la ceramica e così via. Il fatto che sia di plastica non aiuta e mi ha distolto dall’acquisto. Inoltre, ho scoperto che le cartucce del filtro non sono ecosostenibili, ma sono di plastica e difficilmente riciclabili.

Due punti a svantaggio della Brita, che miseramente è stata bocciata!

La seconda opzione è stata quella più tradizionale e di vecchio stampo d mettere un pezzo di carbone vegetale nell’acqua della caraffa di vetro. Questo sistema è probabilmente il più naturale e pensate ha la mente giapponese dietro (din din). Da quello che ho scoperto, il carbone vegetale attira batteri e impurità ed è ottimo per il sistema digestivo. Se penso che lo uso nelle maschere per il viso per i suoi effetti purificanti, immaginate cosa possa fare nell’intestino!! A quanto pare il carbone vegetale si sostituisce dopo qualche mese quindi ha anche una ottima durata. Di solito è utilizzato quando si va in campeggio e non si ha a disposizione acqua potabile. Non mi è sembrata la soluzione giusta e a lungo termine, per cui anche questa scelta è stata bocciata per ora per quello che sto cercando di fare.

Infine, ho dato un’occhiata a tutte le diverse tipologie di caraffa disponibili su Amazon. Ed è lì, che ho trovato la soluzione.

La mia scelta finale è andata, infatti, sulla caraffa Phox, per tutta una serie di ragioni che vi dico di seguito. La caraffa ha una capacità di due litri, la parte bassa dove l’acqua converge è di vetro mentre la parte sommitale è di BPA senza plastica. Ha una bella forma cilindrica, di cui una parte trasparente e una nera, che la rende perfetta e in stile con tutte le cucine. Ma ditemi che non è molto chic il suo aspetto! Funziona sia come filtro sia per “alleggerire l’acqua”, nel senso che rimuove impurità, batteri, calcare etc etc. Ogni filtro dura circa 45 giorni.

La prima ragione per cui ho scelto la Phox è perché è parzialmente di vetro e non ha plastica. La seconda è che il filtro in sé non è plastica e il suo ricambio viene spedito tramite servizio postale in una scatola che entra perfettamente nella cassetta della posta. È prodotta in Scozia, quindi il suo trasporto non ha neppure un grosso impatto sull’ambiente in quanto il trasporto è locale.

La tecnologia vuole che anche la caraffa abbia la sua app per avvisare quando sostituire il filtro.

Esiste nella versione semplice o alcalina e quest’ultima ha un ph di 8.0-9.5. Trovate maggiori informazioni qui nel loro sito Phox Water.

Insomma, è la caraffa più eco friendly in circolazione a mio avviso che ho visto, carina e stilosa e direi meno ingombrante e forse anche discreta. Costa £39.9 e la trovate sia su Amazon sia sul sito della Phox, che trovate nei links. Il filtro e’ ugualmente disponibile su Amazon Filter Phox Water.

VERDETTO FINALE:

Dopo settimane di utilizzo, posso dire di essere super contenta e soddisfatta della mia scelta, e non posso che raccomandarla a pieni voti!

Cosa ne pensate? Voi come filtrate l’acqua? Quale soluzione avete intenzione di adottare per limitare il consumo di acqua? Spero di avervi convinta ad investire su una caraffa.

Ciao e alla prossima

Laura

PS: Quest’articolo contiene link di affiliazione che significa che io ottengo una piccola percentuale come commissione sui prodotti acquistati da voi tramite la mia raccomandazione. Non c’è nessun obbligo per voi e il prezzo non cambia, però mi aiuta a continuare questo lavoro. Grazie

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