18 Maggio 2020
La scorsa settimana, nell’articolo riguardo quali Lezioni ho imparato durante la quarantena, avevo annunciato una serie di argomenti e lezioni che ho osservato e cominciato ad implementare durante appunto il periodo di lockdown, qui nel Regno Unito. Tra questi ce ne sono diversi ma sono tutti connessi tra loro e fanno parte di una nuova consapevolezza dello stile di vita che voglio sostenere nel lungo termine. In particolare, con questo post, vorrei spiegare il nuovo “viaggio” che ho intrapreso perché di questo si tratta, che sta diventando per me molto importante e che pian piano sta cambiando le mie abitudini di vita. Sì, perché di questo si tratta, di un viaggio per compiere delle scelte che sono più sostenibili e soprattutto abbiano un impatto ambientale minore.
LEZIONI HO IMPARATO DURANTE LA QUARANTENA

Come avevo annunciato nell’articolo precedente, durante la quarantena, ho avuto modo di osservare quanta spazzatura mista e riciclabile producevo giorno per giorno e vi assicuro non era poca. Da qui, ho cominciato a riflettere su come e cosa si può riciclare nel mio borough (comune della Greater London dove vivo), ho imparato a leggere le etichette dei prodotti che acquistavo, ho cominciato a prendere un po’ di dimestichezza con le varie simbologie, se un elemento del confezionamento può essere riciclabile o meno. Ho realizzato alcuni aspetti a cui non avevo mai pensato prima, che condivido di seguito:

- Il confezionamento non è sempre e completamente riciclabile per i prodotti da orto o i prodotti organici in generale. Ecco degli esempi: io compro lo yogurt naturale, organico e prodotto localmente della Yeo Valley. Sostenibile se penso che sia un’azienda locale, inglese e il prodotto in sé è organico. Poi leggo le indicazioni del packaging e il contenitore dello yogurt è di plastica riciclabile, la confezione che racchiude quattro yogurt e di cartone e fin qui tutto bene. Il problema è che il “coperchio” per chiudere lo yogurt non è riciclabile. Non avevo mai pensato a questo, awuch!
- Qualsiasi tipo di frutta e verdura nel supermercato, dai pomodori ai broccoli, dalle mele alle arance etc sono avvolti nel cellophane o in buste di plastica, che non sono riciclabili
- Le bustine di plastica che contengono le insalate non sono riciclabili
- Nessun Supermercato è meglio di un altro
- Il mio borough non ha le infrastrutture per effettuare un riciclo sostenibile ed efficiente
- Il refuse dell’umido non è riciclato.
- Le persone del mio palazzo così come l’azienda che l’amministra non sono interessate alle conseguenze sull’ambiente tanto è che sono in pochi a fare il riciclo come si deve
- Consumo un ammontare incredibile di bottiglie di plastica al punto che il mio contenitore del riciclo è composto da bottiglie di plastica di qualsiasi misura
- Il confezionamento dei prodotti acquistati online ha un ammontare incredibile di plastica che non si può riciclare, come per esempio certe scatole che manda Amazon, che sono troppo grandi rispetto al prodotto da spedire e per evitare di muoversi durante il tragitto, le scatole sono riempite di bolle d’aria di plastica!
Direte che ho scoperto l’acqua calda, probabilmente è così! Sulla base di queste considerazioni, ho deciso di intraprendere questo nuovo viaggio e di cercare di adottare quanto più possibile una filosofia di vita che sia Zero Waste e con un basso impatto ambientale.
Molto interessante il tuo articolo! Possiamo fare tante piccole cose per aiutare il nostro pianeta, e sicuramente anche nel nostro piccolo i nuovi prodotti beauty stanno virando verso questo concetto! Ti aspetto sul mio blog https://beautymamma.it per i prodotti scovati che abbracciano questa filosofia! Un abbraccio!
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