Si può essere Zero Waste in Beauty e Makeup?

25 Maggio 2020


La risposta è certamente sì.

Come ogni nuova iniziativa, anche essere zero waste richiede tempo e soprattutto consapevolezza. Ed è proprio questa che spingerà a compiere delle scelte sostenibili e a basso impatto ambientale. Scegliere è un grande potere nonché un “dovere” sotto certi punti di vista.

COLLABORAZIONE CON BIOVEGANSHOP

Il mio messaggio non deve essere interpretato come andate a buttare via tutto ciò che avete nel mobile del bagno, perché già questo sarebbe spreco e non aiuterebbe l’ambiente, al contrario, vi suggerisco di utilizzare tutto ciò che avete e pian piano rimpiazzate un prodotto o accessorio per volta con scelte più sostenibili. Questo concetto non deve essere inteso solo per i prodotti beauty e make-up, ma anche per tutto ciò che vi serve in casa e nella vita quotidiana. Come dico sempre, sarà veramente difficile sostituire proprio tutto, ma almeno è un inizio.

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Zero Waste – I miei primi passi verso un nuovo viaggio

18 Maggio 2020


La scorsa settimana, nell’articolo riguardo quali Lezioni ho imparato durante la quarantena, avevo annunciato una serie di argomenti e lezioni che ho osservato e cominciato ad implementare durante appunto il periodo di lockdown, qui nel Regno Unito. Tra questi ce ne sono diversi ma sono tutti connessi tra loro e fanno parte di una nuova consapevolezza dello stile di vita che voglio sostenere nel lungo termine. In particolare, con questo post, vorrei spiegare il nuovo “viaggio” che ho intrapreso perché di questo si tratta, che sta diventando per me molto importante e che pian piano sta cambiando le mie abitudini di vita. Sì, perché di questo si tratta, di un viaggio per compiere delle scelte che sono più sostenibili e soprattutto abbiano un impatto ambientale minore.

LEZIONI HO IMPARATO DURANTE LA QUARANTENA

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Quali lezioni ho imparato nelle settimane di quarantena

11 Maggio 2020


Guardando in retrospettiva le settimane di quarantena che ho trascorso qui in Inghilterra, posso tirare le somme su un periodo che da un punto di vista personale e, non me ne vogliate, anche egocentrico, non credo sia stato così male. Ovviamente non mi riferisco alla tragedia sanitaria e sociale e alle conseguenze del virus, sul piano economico e di vite umane perse.

Il mio punto di vista si basa su considerazioni su come stavo vivendo la mia vita prima della quarantena e, con il senno di poi, credo che avessi proprio bisogno di un periodo forzato di fermo. Non ricordo di aver avuto un periodo così dai tempi delle vacanze estive durante gli anni di liceo per intenderci.

Lo stare a casa in modo forzato mi ha dato a disposizione molto più tempo per osservare e trarre delle conclusioni sulla mia vita quotidiana a Londra, da cui il post di oggi.  In particolare, mi ha dato l’opportunità di apprezzare un modo di vivere che avevo perso da tempo, vivendo in una metropoli e viaggiando continuamente, e questo si può sintetizzare in due parole lo slow living slow living, che riassume la tendenza a rallentare e godersi ogni singolo attimo della giornata, con un approccio molto più lento verso l’esistenza.

Lo slow living, che letteralmente si traduce come vivere piano, rappresenta uno stile di vita più calmo, meno frenetico e che permette di vivere nel momento senza dover accumulare “cose” materiali per star bene (ecco l’elemento minimalista del processo), apprezzando piccole cose come può essere il cinguettio degli uccelli, i momenti hygge alla danese di connessione con le persone che amiamo (un concetto che ho imparato durante un viaggio e che non mi abbandona). Penso di essere anche fortunata ad essere nata e cresciuta in Sardegna e poi essere venute a Londra da adulta. Ho avuto la fortuna di crescere con questi principi e si tratta soltanto di riscoprirli e lo capirete nei vari articoli che seguiranno nelle settimane successive.  

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