Cecità, ovvero dell’incapacità di vedere la propria bellezza

La più magra del reame

Uma-thurman_980x571In principio fu Renée. Lei, la mitica Bridget Jones, la regina della biancheria contenitiva e delle insicurezze femminili trasformate in arte, che ha convinto tutte le culone cellulitiche del mondo di poter avere uno Hugh Grant e un Colin Firth (anche in contemporanea), all’improvviso si presenta su un red carpet qualunque con la faccia di un’aringa finlandese. Il riferimento geografico non è casuale: a fronte dei commenti allucinati piovuti da tutto il mondo la sua risposta fu “Volevo essere una bellezza finlandese” (tesoro, sei texana…. non potevi essere meno esotica e scegliere di essere una bellezza californiana?!?! Che poi…. che cavolo c’è che non va nell’essere una bellezza texana?). Mi sono ripresa con fatica dallo choc, per poi precipitare in uno ancora maggiore: ieri sui giornali compariva la MUSA, la personificazione del genio di Quentin Tarantino, l’algida, slanciata, meravigliosa, bellissima Uma Thurman…. peccato che avesse la faccia di un’altra. Una faccia pure brutta…

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6 thoughts on “Cecità, ovvero dell’incapacità di vedere la propria bellezza

      1. Ahahahah ma scherzavo. Non me la sono presa. Anzi. Io sono a favore della chirurgia. Sempre se fatta per modificare un difetto o se hai un complesso. Io avevo naso da strega e la prima di seno. Ho fatto solo quello. Per i tatuaggi…. Bhe ho iniziato con uno ora ne ho 4 e dovrei farne un altro. Ho anche dei piercing molto nascosti. Di chi uno nella lingua.

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